Ancora sulla manifestazione di sabato
Qualcuno se ne chiede il motivo (forse ignaro dell'esistenza di un blog dedicato alla questione femminile, ma non solo). Quasi telepaticamente, stamane Metro riporta questa opinione, che vado a riportare integralmente.
La vera funzione dei consultori di Milly Martinelli
"Usciamo dal silenzio": è lo slogan con cui molte, moltissime donne si sono autoconvocate verso la fine dell’anno appena trascorso e si sono date appuntamento per il 14 gennaio alla Stazione Centrale di Milano, per una grande manifestazione nazionale: circa 200 mila persone hanno partecipato. Il primo passo di alcuni devoti parlamentari, più propensi a far valere le proprie convinzioni morali che a rispettare la laicità delle istituzioni che rappresentano, è stato quello di proporre che nei Consultori femminili ci fossero anche rappresentanti del “movimento per la vita” (esponenti di un certo fondamentalismo cattolico) per “parlare” con le donne, perché i Consultori non svolgerebbero un adeguato compito di dissuasione dall’aborto.
Ma non è funzione dei consultori quella di dissuadere o di convincere ma di garantire il sostegno e la competenza di medici e di psicologi, perché donne in gravi condizioni di disagio possano affrontare la maternità con consapevolezza serena, o rifiutarla dopo un profondo esame di coscienza, della propria coscienza. Si tratta sempre di una lacerazione della coscienza femminile, a volte di una vera tragedia, su cui nessun uomo ha diritto di pronunciare verbo. Se l’interessata sente la necessità di ricorrere a una guida spirituale fa benissimo a farlo.
Del resto il numero degli aborti è grandemente diminuito dopo la 194, una legge di grande civiltà, che ha liberato la donna dalla vergogna della clandestinità, dal rischio delle mammane, dall’oltraggio di parcelle salatissime di medici legalitari che si scambiavano le pazienti per non incorrere in sanzioni penali. Davvero si vuole risospingere la donna verso un passato di umiliazioni e di angoscia e di insulto alla sua dignità? I consultori, dopo la legge 194, funzionavano benissimo e i medici e gli psicologi facevano egregiamente il loro lavoro di interlocutori competenti e attenti.
Ora, dopo che hanno lasciato deteriorare questa preziosa struttura, tagliando risorse e riducendo il personale, invece di riorganizzarla e potenziarla per restituirle la sua fondamentale funzione di sostegno alla donna e di prevenzione, tanto più indispensabile quanto più aumenta il numero delle straniere abbandonate spesso alla loro solitudine, si pensa di introdurre in questi dissestati consultori nuovi attori fortemente ideologizzati perché agiscano, contrariamente al principio della laicità delle istituzioni, sulla autocoscienza delle donne nel momento più traumatico della loro vita. “Usciamo dal silenzio”, finché si è in tempo.
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