15 settembre 2005

Un'opinione sui PACS

Da La Stampa di oggi - Lietta Tornabuoni

"Ci risiamo: vescovi, «Osservatore Romano» e cattolici d'occasione inveiscono: «Giù le mani da famiglia e matrimonio», accusano Romano Prodi di voler «lacerare» la famiglia per conquistare voti. E' mezzo secolo circa che questi slogan risuonano, che queste accuse tempestano: per citare le due occasioni maggiori, la legalizzazione del divorzio e dell'aborto suscitò i vaticini più neri, ma in passato si parlò di attacco alla famiglia persino in occasione della creazione di scuole materne statali.
Non è mai successo niente, alla famiglia. Anzi, pure oggi è a suo modo l'unica istituzione italiana che funzioni. E' l'unico luogo, la famiglia, in cui si possa trovare aiuto, protezione, un tetto, da mangiare, assistenza nella malattia, comprensione, tutta quella solidarietà che altrove certo non si trova: e anche questa funzione sostitutiva di ogni altra istituzione malfunzionante o del tutto non funzionante, la rafforza e la rende indispensabile. Anche a voler valutare soltanto quanto sia utile alle persone, e lasciando da parte gli affetti, chiunque capisce che la famiglia non perirà mai, né mai verrà svalutata e indebolita. E' stata criticata, naturalmente: come tutto. E la cosa davvero stupefacente è che i difensori della famiglia si siano occupati assai poco di criticarla e migliorarla, come se la salvaguardia dell'istituzione bastasse a se stessa, come se soltanto il contenitore fosse importante e non il suo contenuto.
Eppure: madri che uccidono i propri bambini piccoli, figli che ammazzano i genitori, mogli o mariti che eliminano mariti o mogli, nipoti che fanno a pezzi gli zii, fidanzati o amanti che assassinano i partner, nipoti che trucidano la nonna per toglierle i soldi. Non parliamo poi dei reati senza cadaveri, ma i delitti nell'ambito familiare si moltiplicano: negli ultimi dieci anni sono aumentati di 30 volte, secondo i dati dell'Eurispes.
Non si capisce perché coloro che ostentano di tenere tanto alla famiglia si preoccupino poco di questi massacri, non facciano qualcosa per limitarli o evitarli, anziché inalberarsi se certe caratteristiche o privilegi amministrativi riservati alle famiglie codificate vengono estesi pure alle famiglie informali con i Pacs: considerando in pericolo la famiglia codificata soltanto se altri acquisiscono i suoi vantaggi e diritti. Una posizione, diciamo, molto meschina."

2 Commenti:

Blogger SacherFire ha affermato...

L'articolo è una bella, e per me condivisibile, valutazione della situazione odierna. Lo trovo centrato sul punto di vista delle coppie etero che non di quelle omossessuali; senza ombra di dubbio è questa la strada da percorrere se poi si vuole convincere qualcuno, soprattutto per una legislazione in questo senso.
Il fatto è che il problema, che non è solo degli omossessuali, viene affrontato solo e ripeto solo da persone che non ne sono toccate direttamente. O che parlano come se non lo fossero (casini che ha di fatto due famiglie, tanto per non fare nomi ma cognomi). Non siamo minorenni, per i quali è giusto che ci sia qualcuno che li tuteli, eppure mi sembra che a noi è data la possibilità solo di intavolare il discorso, dopodiché tocca farsi da parte.
Questo significa semplicemente che, se ci saranno dei cambiamenti, la mia 'famiglia' (virgolettato perché non potrò neanche chiamarla così, anche coi PACS approvati) avrà comunque un modello di tutele pensato da altri. È essere cittadini questo?

15 settembre, 2005 16:50  
Blogger Red Mosquito ha affermato...

Devo dire che concordo con tutti e due.
Inoltre il signor Fini mi ha sorpreso cone le sue dichiarazioni, ed ultimamente ciò purtroppo succede troppo spesso per i miei gusti.

16 settembre, 2005 13:44  

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